Tratto dal Nuovo dizionario di psicologia, in libreria.

Amicizia (ingl. Friendship; ted. Freundschaft; fr. Amitié; sp. Amistad). Sentimento che scaturisce dall’incontro tra due o più persone che percepiscono una comunanza di interessi, di valori, di ideali e che per questo stabiliscono delle interazioni intime fondate sulla comprensione e sulla fiducia reciproca. Nell’infanzia l’amicizia è una tappa importante per superare lo stadio egocentrico, nell’adolescenza si realizza in forma molto esclusiva, determinando un tipo di attaccamento molto simile all’amore che, in certe fasi, può giungere anche a crisi di gelosia o a forme di amicizia particolare a intonazione sessuale. Ludwig Binswanger ha colto nell’amicizia una struttura essenziale della costituzione umana la cui esistenza (Dasein) è sempre e originariamente una co-esistenza (Mit-dasein): «L’essere-insieme-nell’amicizia è quel modo di essere nel quale l’esaltazione dell’amore si “rompe”, come la luce del sole nello spettro dell’arcobaleno, in diverse direzioni di significato » (1942, p. 227). Al pari dell’amore, anche l’amicizia è, per Binswanger, un rapporto “duale” che si interrompe ogni volta che nella comunicazione interviene un terzo che subito crea “pluralità”. La forma amicale si fonda sulla partecipazione (Mit-teilung) dove ciascuno prende parte (Teil) all’altro in tre possibili forme: 1) Il partecipare con qualcuno a qualcosa, dove il qualcosa della partecipazione non va cercato né nell’uno né nell’altro dei due, ma in un terzo elemento che è l’essere-nel-mondo nella forma specifica di essere-per-qualcosa. Questo qualcosa può essere un’idea, un obiettivo, una meta, o più semplicemente un viaggio insieme, una stanza che si condivide e simili. La figura esistenziale che connota questa partecipazione è il “condividere”. 2) Il parteciparsi qualcosa l’un l’altro, dove i due si scambiano dei contenuti rispetto ai quali i due possono rimanere non partecipi. Questa forma di partecipazione è regolata dalla figura esistenziale della “comunicazione” che ci si scambia all’interno di un ruolo nell’ordine delle notizie, delle informazioni, senza un coinvolgimento dei rispettivi mondi interiori, ma desumendo il materiale della comunicazione dal mondo esterno. 3) La partecipazione a un medesimo destino, che è la forma più autentica di amicizia che non esclude le precedenti, ma le supera nella forma dell’essere-insieme (Miteinandersein), dove ciò che si scambia è il proprio mondo interiore (Innenwelt) nella figura esistenziale del “confidarsi”. In questa forma di partecipazione, scrive Binswanger, «bisogna intendere il termine “parte (Teil)” nell’espressione “prender parte (Mit-teilung)” al tuo destino. Tale termine significa che io mi consegno con te allo stesso “ci (Da)” dell’istante che ci costituisce come “Esser-ci (Da-sein)”. Se io condivido con te questo “ci”, allora mi “decido”, mi “dischiudo” con te allo stesso destino» (ivi, p. 252). Da qui la conclusione: «Non attraverso la partecipazione a un mondo comune (Mit-welt) gli amici prendono parte l’uno all’altro, ma, al contrario, nella reciproca partecipazione (Mit-teilung) degli amici si costituisce la comunità del mondo» (ivi, p. 256).

Bibliografia

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Binswanger L., Grundformen und Erkenntnis menschlichen Daseins, Niehans, Zürich 1942. Bombi A. S., Pinto G., I colori dell’amicizia. Studi sulle rappresentazioni pittoriche dell’amicizia tra bambini, il Mulino, Bologna 1993.

Cancogni M., Cos’è l’amicizia, Feltrinelli, Milano 1958.

Dunn J., L’amicizia tra bambini. La nascita dell’intimità (2003), Raffaello Cortina, Milano 2006.

Epstein J., Amicizia (2006), il Mulino, Bologna 2008.

Kracauer S., Sull’amicizia (1971), Guanda, Parma 2010.